Foto a luci rosse e ricatti
Foto a luci rosse e ricatti
Quotidiani vari
Conclusa la vicenda delle foto a luci rosse.
Ecco alcuni artcioli pubblicati su diversi quotidiani.
Conclusa la vicenda delle foto a luci rosse.
Ecco alcuni artcioli pubblicati su diversi quotidiani.
La svolta del processo per l’eredità Barozzi-De Toffol è arrivata dall’eccezione sollevata dall’Avv. Stefano Bettiol di Belluno. Il legale che tutelava gli interessi di Clelia Barozzi, ha richiamato l’articolo 590 del codice civile. Un articolo che afferma che la nullità di un testamento non può essere fatta valere da chi, conoscendo la causa della nullità, ha, dopo la morte del testatore, confermato la disposizione o dato ad essa volontaria esecuzione. Quando è stato sfoderato l’articolo 590 del codice civile da solo ha ribaltato l’intera questione. Un colpo di scena che ha portato a una conclusione inaspettata.
Non ci sarà alcuna causa di lavoro per i diciannove ex dipendenti di Luxottica che rivendicavano il diritto all’assunzione. Così ha deciso il giudice del Lavoro del Tribunale di Belluno, Anna Travia. Una sentenza che non sarà accolta bene dagli ex dipendenti, condannati anche a pagare le salate spese processuali (7 mila euro per il compenso professionale dei legali di Luxottica e 6 mila euro per ciascuna delle sei aziende di somministrazione lavoro).
Un totale, quindi, di 43 mila euro a cui vanno aggiunte le spese generali, l’IVA e i diritti vari. Gli avvocati dell’agenzia interinale Manpower, Stefano Bettiol e Anna Luisa Caimmi evidenziano: “ la decisione era scontata, visto che già dalla prima udienza era stato rilevato da tutti i convenuti il problema della decadenza dei termini della messa in mora, cosa di cui anche il giudice ora ha preso atto”.
Dopo il primo scioglimento consensuale di matrimonio avvenuto a Belluno, record nazionale dall’entrata in vigore della nuova legge. Il deposito dell’atto è stato fatto martedì mattina, ovvero otto ore dopo l’entrata in vigore della legge 55/2015, dall’Avv. Stefano Bettiol del foro di Belluno, mettendo così un altro record tutto bellunese nell’utilizzare la nuovissima normativa che accelera drasticamente i tempi per dirsi addio.
Passa col giallo, i vigili non la fermano, ma la multano: alla fine il giudice annulla la contravvenzione. Storia a lieto fine per un’automobilista di Belluno che, ritenendo di essere stata sanzionata ingiustamente, si era rivolta al giudice di pace. Via la multa, salvi i punti. Assistita dall’Avv. Valentina Gatti (studio Stefano Bettiol) ha vinto perché la multa non le era stata contestata subito dalla polizia locale.. ha risparmiato così 200 euro circa della contravvenzione, ma soprattutto i 6 punti sulla patente che le sarebbero stati decurtati.
… La donna, ritenendo di essere stata multata ingiustamente, decide di impugnare la contravvenzione. Di fronte al giudice di pace a Belluno i vigili, con il comandante Eddy De Bona, hanno spiegato che al momento della multa erano impegnati nell’assistere all’attraversamento pedonale alcune scolaresche e per questo non hanno fermato l’auto. Motivazioni che non erano state specificate nel dettaglio sul verbale recapitato alla 45enne. I motivi infatti erano rimasti generici e per questo la multa è stata annullata dal giudice.
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